Draghi si dimette | Wired Italia

Draghi si dimette | Wired Italia

Draghi si dimette | Wired Italia


Il premier Mario Draghi ha annunciato in Consiglio dei ministri di voler rassegnare le dimissioni nella mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a causa della crisi innescata dal Movimento 5 Stelle. Mattarella, tuttavia, dopo l’incontro al Quirinale con il premier – riferisce una nota della Presidenza della Repubblica – non ha accolto le dimissioni e ha invitato Draghi a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni. Questo perché Mattarella vuole che prima si effettui una valutazione della situazione che si è determinata a seguito degli esiti della seduta al Senato per il voto del dl Aiuti, con il mancato sostegno del Movimento 5 Stelle alla fiducia.

Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più. Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia“, le parole di Draghi.

Il presidente del Consiglio sale al Colle forte della fiducia incassata dal governo sul decreto Aiuti. I sì sono stati 172, i no 39, nessun astenuto. Il M5S non ha partecipato al voto risultando assente alla prima e alla seconda chiama, come aveva minacciato di fare il leader Giuseppe Conte. Il premier Mario Draghi ha lasciato il Senato ed è salito al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il faccia a faccia è durato poco meno di un’ora e successivamente il premier ha fatto rientro a Palazzo Chigi. Nel consiglio dei ministri ha annunciato il passo indietro. Con il Movimento 5 Stelle è saltata anche l’ultima ipotesi di mediazione lanciata dal ministro pentastellato per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, che aveva proposto l’ok al testo senza fiducia.

Mario Draghi

Crisi al buio, Aventino, pontieri, traghettatori, questione di fiducia: facciamo luce sul gergo politico e sulle metafore che ricorrono quando un governo è in fibrillazione

Il testo completo del discorso di Draghi

In una nota ai ministri Draghi ha comunicato la sua decisione: “Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più. È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo. In questi giorni da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche. Come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento questo sforzo non è stato sufficiente. Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. 
Queste condizioni oggi non ci sono più. Vi ringrazio per il vostro lavoro, i tanti risultati conseguiti. 
Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli italiani”.

Le parole di Conte

L’ex premier Giuseppe Conte, che ha guidato il Movimento 5 Stelle nell’uscita dal governo, nel pomeriggio ha dichiarato che: “Il M5s ha dato sostegno a questo governo sin dall’inizio con una votazione” e i con i “pilastri della della transizione ecologica e della giustizia sociale. Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui norme contro la transizione ecologica entrano in un dl che non c’entra nulla, noi per nessuna ragione al mondo daremo i voti“. In particolare, nel mirino c’è l’inserimento del progetto per un termovalorizzatore a Roma, con cui affrontare la crisi dei rifiuti della Capitale, all’interno del dl Aiuti. Un emendamento che è stato adoperato dal Movimento 5 Stelle come argomentazione per mettersi di traverso al decreto e minacciare l’uscita dall’esecutivo, dopo la frattura interna causata dall’addio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e di un drappello di parlamentari a lui vicini.



Leggi tutto su www.wired.it
di Pietro Deragni www.wired.it 2022-07-14 17:18:03 ,

Previous Il senatore Paolo Romani è indagato per peculato

Leave Your Comment